domenica 22 febbraio 2015

Intervista esclusiva a Michael Boyle per KettlebellMag e Olympian's News

Intervista esclusiva a Michael Boyle  per KettlebellMag e Olympian's News 

a cura di Annalisa Ghirotti e Kristian Montevecchi



Il tuo libro Avanzamenti nell'allenamento Funzionale è stato pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore Srl, collana La Libreria di Olympian's News, nel 2013 ed è diventato un best-seller del settore fitness in Italia. Tutt’ora è sempre al primo o al secondo posto.


MB: Ottimo!

In questo libro scrivi che lavori a un’evoluzione continua e che cambi idea molto spesso. Quali sono le idee che restano sempre valide?

MB: Direi che il 90% di quello che c’è scritto in questo libro è ancora valido.

Cosa è successo all’altro 10%?

MB: Per risponderti con precisione dovrei rileggermi tutto il libro, direi comunque che si tratta di una lenta evoluzione. Quindi non penso mai che le cose cambino di molto, però osservando lo spazio temporale di un anno… vedo che le cose sono cambiate. Penso quindi che i fondamentali non siano cambiati affatto, altre cose minori invece cambiano, per esempio stiamo imparando molto sulla respirazione, le stiamo dando più attenzione. In questo periodo lo stanno facendo in molti. Noi stiamo facendo molta sperimentazione. Stiamo provando alcune cose valide dell’Istituto per la Postura Corretta per che si trova in Omaha nel Nebraska. Loro stanno studiando molto le asimmetrie, stanno cercando di incrociare l’asimmetria con la creazione di simmetria. Direi che gran parte del lavoro che svolgiamo a terra è inteso renderci simmetrici. L’Istituto di Omaha sta facendo molto per far avanzare questo tipo di ricerca, evidenziando il fatto che soffriamo di asimmetria e che dobbiamo lavorare per ridurre questa asimmetria. Gli esempi sono molti. Se ti chiedo di fare un lancio con la mano destra ti viene bene, se invece ti chiedo di farlo con la mano sinistra non sei così bravo. Se ti chiedo di calciare con il piede destro sei bravo ma se provi con il piede sinistro… chissà, potresti anche essere più bravo ma lo statunitense nella media non riesce a calciare bene con il piede sinistro. Stiamo quindi studiando e sperimentando con queste cose, però l’allenamento di base resta comunque molto importante. Se ripenso al mio primo libro del 2004, direi che una cosa che è cambiata molto da allora è l’allenamento del core, mentre il contenuto del resto di quel libro, per esempio gli esercizi pliometrici e altre cose, è ancora piuttosto valido e simile a quello che facciamo oggi. Quindi direi che sì, il 10% è cambiato ma il 90% è rimasto uguale.

Bene, hai risposto già alla seconda e alla terza domanda, che era: “Che novità ci sono?”.

MB: Le vere novità riguardano il lavoro sulla postura di cui parlavo prima. Le considero le cose più interessanti in questo momento. In passato non avevo mai dato molta importanza alla respirazione, mi bastava che la respirazione fosse sufficiente. Non avevo mai riflettuto sulle disfunzioni respiratorie che affliggono i giovani atleti, anche di buon livello. L’incapacità di controllare la respirazione è particolarmente evidente in caso di infortunio. Una cosa che ho imparato è l’interazione fra il diaframma e i muscoli addominali e come lavorano durante la respirazione e adesso ho una visione molto diversa su tutta la questione.

Conosci lo Spirotiger?

MB: No

È uno strumento introdotto in Italia una decina di anni fa. Questo strumento permette di allenare la respirazione. Sostanzialmente devi respirare forte dentro allo strumento. Si inspira ed espira indossando una mascherina. Il vantaggio è che non si va in iperossigenazione, perché lo strumento restituisce anche parte dell’anidride carbonica. Perciò è possibile andare avanti anche per 20 o 30 minuti. È una tecnica che si sta diffondendo.

MB: È una cosa un po’ simile alla respirazione lenta, un po’ in stile yoga, di cui non sono mai stato un grande fautore, comunque è un altro elemento che va ad approfondire l’analisi di come le persone respirano. Pensiamo alle persone che soffrono di mal di schiena. Dobbiamo valutare il modo in cui respirano, capire se riescono a respirare con il naso e riempire lo stomaco. Prima pensavo che fossero cose che tutti possono fare, poi però ho capito che chi soffre di un infortunio non riesce a farlo e respira usando solo la parte superiore del corpo, con conseguenti problemi per il collo.

La tua palestra è fantastica, c’è tutto quello di cui le persone hanno bisogno per migliorare la propria prestazione. Quali pensi che siano gli attrezzi essenziali che un allenatore con budget limitato deve avere per avviare la sua attività?

MB: Spazio e manubri. Se oggi dovessi avviare la mia attività vorrei un qualche rack, una panca regolabile, manubri, e la spesa principali la fare per una postazione peri cavi alti e bassi, perché penso che se volessi spendere un po’ di soldi in macchinari una postazione per cavi alti e bassi mi permette di svolgere qualsiasi tipo di lavoro: trazioni, sollevamenti, rematori. Oltre a questo non c’è bisogno di granché, eccetto ovviamente bilancieri e dischi. Noi abbiamo anche molte altre cose, che di certo tornano utili, come i palloni medicinali e le balance board… però un buon set di manubri è fondamentale. Per allenare una donna, ci vuole un set di manubri con incrementi di 1 kg, così da poter svolgere lavoro personalizzato. Noi abbiamo set di manubri di 7, 8, 9, 10, 11, 12 kg… fino ai 18 kg, una progressione del genere fa veramente una grossa differenza, perché fare incrementi maggiori è eccessivo per una donna.

Lei si allena a casa, ha un power rack, manubri, bilancieri, kettlebell.

MB: Anche a me piacciono molto i kettlebell, anche se non ne ho parlato.

Ho letto l’indagine mondiale ACSM sulle tendenze nel fitness per il 2014. Tu lo hai letto?

MB: No

Ecco quali sono le tendenze per il prossimo anno…

MB: Direi che per noi va tutto bene dalla prima alla nona. Davvero! Leggendo vedo che ci sono molte cose correlate all’allenamento con peso corporeo e noi stiamo lavorando su questo e anche le altre rientrano nel nostro percorso… l’allenamento della forza… la cosa è molto confortante per noi.

È strano per esempio che le attività divertenti, come zumba e altre cose, sono scomparse. Quindi qualcosa sta cambiando nel settore del fitness.

MB: Direi che le persone stanno cominciando a capire. Penso che riviste come Men’s Health stanno finalmente cominciando a veicolare buone idee. Per tanto tempo è stata veicolata solo spazzatura. Lo stesso vale per il bodybuilding. in realtà abbiamo cercato di imparare il bodybuilding da chi faceva altro, come powerlifting o sollevamento pesi olimpico. Poi dovevamo capire come adattare le informazioni ottenute da loro a quello che volevamo davvero fare. Non è un metodo di apprendimento efficace. Adesso abbiamo un sistema di apprendimento molto più efficace, con le riviste più popolari che stanno cominciando a diffondere concetti sensati.

Quindi non sono mode passeggere. Sta veramente cambiando la cultura.

MB: Non sono più mode, adesso c’è vera educazione, la gente sta cominciando a capire. Anche su internet ci sono cose sempre più valide. Ormai non si vedono quasi più le assurdità delle celebrità, per esempio il dimagrimento lampo. Ci sono sempre più cose valide e sempre meno sciocchezze. Resto sempre meno sorpreso o disgustato dalle informazioni sul fitness. Lo si capisce da quello che le persone dicono e chiedono. Si parla sempre più spesso di esercizi con peso corporeo, di esercizi funzionali e la gente sta capendo che deve spingere, tirare o muovere qualcosa per le gambe, per esempio. Insomma si fanno passi in avanti e questo riflette la cultura generale. Per noi è senz’altro un bene. Pensa che noi facciamo queste cose da molto tempo, dal 1997. Io faccio questo lavoro da 30 anni. Per molto tempo le cose sono rimaste uguali a loro stesse ma improvvisamente ora le cose cambiano. Improvvisamente un libro come il mio vende alla grande in Italia. Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe stato pubblicato in italiano, tedesco, ungherese e altre lingue che neanche ricordo e che la gente avrebbe abbracciato questi concetti facendoli diventare popolari e non più marginali.

Qualcuno ha scritto che molte delle prime dieci tendenze sono presenti nei principi del Crossfit. Cosa ne pensi?

MB: Non ho una grossa considerazione del Crossfit. Mi sembra un minestrone. Non è detto che mettendo insieme dieci ingredienti si ottiene una buona pietanza. Perché la combinazione degli ingredienti non è giusta. Quando si ascolta quello che dicono i fautori del Crossfit non si può che essere d’accordo. Poi però bisogna vedere come mettono in pratica quello che dicono. Perché anche io credo nel sollevamento pesi olimpico, o nell’allenamento con peso corporeo, la ginnastica non la considero appropriata per le persone nella media ecc. ecc. Confrontando quello in cui credo io con i principi del Crossfit vedo un parallelo per molte cose. Le divergenze emergono all’atto pratico. Per esempio, io penso che per gli adulti i sollevamenti olimpici non siano appropriati. Non penso che in generale gli adulti possano apprendere in modo sicuro i sollevamenti olimpici, specialmente per un alto numero di ripetizioni. Per gli adulti lo stesso discorso vale anche per le trazioni per la parte superiore del corpo la ragione per cui spesso insistono in questa cosa è perché hanno difficoltà con altri esercizi e questa non è una cosa intelligente. Il Crossfit lo paragono al fatto che quasi tutti guardano il football americano in televisione ma non tutti dovrebbero praticarlo.

Certo, lo stesso si può dire della pallacanestro: non si gioca a pallacanestro solo perché si è alti.

MB: A molti miei ex atleti il Crossfit piace perché sono giovani, sani e sanno come eseguire i sollevamenti olimpici. In questo caso con il Crossfit ci si può divertire un sacco ma l’allenamento all’incapacità e l’atteggiamento un po’ macho presente in una qualche misura anche nel Crossfit pongono dei seri pericoli, perché le persone sono incoraggiate a fare cose che non dovrebbero fare. Io lo dico chiaramente alle persone: non bisogna sentirsi così indolenziti da non riuscire a camminare o a stendere un braccio o da ipotizzare che ci siano dei danni interni causati dall’allenamento. Sarebbe come provare una ricetta in cui ci sono pasta, pomodoro e aglio ma se si mette un sacco di aglio e pochissima pasta non ne viene fuori una cosa buona. Ripeto, il problema non sta negli ingredienti ma nella ricetta e chi non usa una buona ricetta non ottiene un buon risultato.

Il tuo blog e il tuo sito web sono ricchi di concetti e idee molto interessanti. Sfortunatamente, in Italia non sono molti a conoscere bene l’inglese, in particolare quando si usa un linguaggio tecnico. Hai in programma di scrivere un nuovo libro? Potremmo tradurlo bene e venderlo.

MB: Di recente ho raccolto tutto quello che ho scritto nell’ultimo paio di anni ma è breve, solo 52 pagine. Se qualcuno vuole tradurle, lo faccia pure. A me interessa più la soddisfazione dei soldi. Sto già guadagnando di più di quello che avrei potuto immaginare. Non mi interessa guadagnare dalle vendite in Italia. Preferisco vendere i diritti. L’editore potrebbe pagarmi i diritti oppure darmi un dollaro per libro venduto. Mi entusiasma di più il fatto di aver scritto un libro che è stato tradotto in italiano. Perciò la questione finanziaria non è quella su cui voglio concentrarmi maggiormente. Quindi se volete tradurlo fatelo, basta che io sia citato.

Ho letto che ti piacerebbe venire in Italia per un seminario o un corso di certificazione. La cosa farebbe sicuramente piacere anche a molti nostri lettori. Pensi che sia possibile programmare un appuntamento per il 2015?

MB: Non posso dire subito di sì. Voglio fare qualcosa in Irlanda e devo fare qualcosa in Cina. Già questo significa viaggiare moltissimo. Se succede che non lavoro più per i Red Sox e quindi non sono più impegnato con il baseball, allora avrò più tempo e sicuramente cercherei di venire in Italia. Perché a mia moglie piacerebbe moltissimo venire in Italia.

Fra l’altro la nostra sede è a due passi da Firenze. Abbiamo contatti con le federazioni italiane più importanti, come quelle di powerlifter, calcio, tennis, sollevamento pesi. Possiamo fare una cosa molto grossa, con tanti allenatori professionisti, per fare una cosa di livello alto.

MB: Anche in Germania c’è un numero incredibile di personal trainer che ci contattano. Sai, i nostri libri sono stati tradotti anche in tedesco e sono molto popolari. Hanno organizzato un seminario Perform Better come quelli che organizziamo qui. C’erano un paio di noi e diversi allenatori locali. Penso che ci fossero 500 persone. Quindi è indubbio che siamo già a un livello internazionale molto importante.

Cosa ne pensi dei metodi russi e cinesi per allenare la forza?

MB: Penso che le cose siano molto più semplici di quello che sembrano. Di certo ci piace l’idea di conoscere cose che provengono da altri paesi, soprattutto se vengono dall’Europa orientale, perché sono bravi. C’era un ragazzo cinese che partecipava al programma olimpico cinese che è venuto a parlare con noi un paio di volte. Sostanzialmente loro lavorano su tutti, non so se è una cosa intelligente, comunque lo fanno, mettono i ragazzi in scuole per lo sport dove per otto ore al giorno lavorano su un certo sport. Non so quanto sia un approccio scientifico piuttosto che culturale. Penso che per gran parte delle persone la strada per aumentare la forza è molto semplice: andare in palestra e lavorare sodo. Non mi interessano molto le cose tipo periodizzazione o presunti programmi segreti. Abbiamo qui atleti che hanno costruito molta forza, senza aver fatto nulla di particolarmente strano. Probabilmente le cose più valide sono ancora quelle delle origini dell’allenamento progressivo con i pesi degli anni ’50.

Ma pensi che da queste culture sia possibile trarre qualcosa di diverso e interessante da sperimentare per l’allenamento della forza?

MB: Ho letto tantissime cose provenienti dall’Europa orientale e penso che il concetto della periodizzazione provenga da lì. Adesso però non penso che ci sia qualcosa di nuovo, qualcosa che non sapevamo, di segreto. Di solito quello che si scopre andando in profondità sono due cose: bravi allenatori e atleti che lavorano sodo, niente di sensazionale o sorprendente. Anni fa portammo qui alcuni giocatori di hockey russi e restammo impressionato dal modo in cui si allenano. Probabilmente avevano un potenziale peggiore di gran parte dei nostri atleti ma il loro sistema era davvero buono e perciò diventano bravi giocatori.

Che mi dici dell’alimentazione. Nei bagni ho visto una lista di alimenti salubri. Pensi che la dieta sia davvero importante per gli atleti?

MB: Penso che per quanto riguarda il dimagrimento le persone non si allenano nel modo giusto per dimagrire, quindi spesso per il dimagrimento è necessario cambiare il modo in cui ci si allena. Per le attività atletiche è diverso perché in questo caso si tratta soprattutto di rifornire il corpo: è necessario ottenere una prestazione di livello elevato che sia anche costante. L’alimentazione è una cosa semplice. Probabilmente noi siamo sulla strada della dieta Paleo, perché consigliamo alle persone di assumere proteine magre e verdure. A quelli che vogliono dimagrire consiglio di mangiare più proteine magre e verdure. Agli atleti consiglio di dare una certa importanza alla frutta. A tutti consiglio di evitare, se possibile, i carboidrati raffinati ma negli USA sono pochi quelli che seguono questi consigli per la salute. Il mais è la fonte principale di calorie della dieta USA ed è assunto principalmente attraverso prodotti industriali.

Cosa ne pensi degli integratori?


MB: Consiglio soprattutto vitamina B e olio di pesce e anche una bevanda post-allenamento con proteine e carboidrati, niente di speciale. Cose semplici, non facciamo cose troppo fantasiose, sostanzialmente cibo di qualità e costanza.

Intervista a cura di Annalisa Ghirotti e Kristian Montevecchi, collaboratori di Olympian's News e Kettlebellmag.

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